Il silenzio degli insetti

Da piccoli siamo sempre stati affascinati dalla cultura d’oltreoceano.

Siamo cresciuti vedendo grandi attori e attrici americani, affascinanti ed irraggiungibili.

Abbiamo visto imprese di grandi sportivi dai 2 metri di altezza e un sorriso da far invidia a tutti noi.

Forse, un po’ inconsciamente, abbiamo guardato sempre con grande ammirazione quel paese lontano, simbolo del secolo appena trascorso.

Cosi’ quando ci si è presentata l’opportunità di andare a visitare gli Stati Uniti d’America non ci abbiamo pensato su nemmeno un secondo , troppo grande l’aspettativa, troppa la voglia di camminare in un boulevard sulla costa Ovest nella speranza di incontrare cosi’… per caso.. uno dei nostri idoli.

Vi ritrovate, quasi per errore, sulla Interstatale 75 ( non certo di richiamo come la Route 66) all’altezza della città di Adel. Terra di schiavi e segregazione razziale, terra di grandi contrasti.. che il tempo cerca di nascondere.

Vedete una stradina sterrata che spunta sulla sinistra. “Tanto oramai, qualche minuto in piu’…” e non esitate a svoltare con un gesto  istintivo.

Come per magia vi ritrovate in una distesa di cotone, con la sua pianta bassa e verde, intervallata da batuffoli bianchi. La vostra mente, in uno stato di pace e tranquillità, vola e pensa alla lana delle pecore, a una distesa di cuscini, a una spiaggia caraibica.. soffice.

Una cosa vi sorprende e vi culla nei vostri pensieri… il silenzio. Il ruggito delle macchine americane imbottite di cavalli è solo un lontano ricordo. Vi fermate e chiudete gli occhi..nessun rumore… nessun movimento.. la pace.

Rientrati da mesi nella vostra vita quotidiana il silenzio americano è solo un lontano ricordo. Il vostro capo vi ha appena detto che dovete sbrigare una pratica in Burkina Faso. La destinazione non vi elettrizza, soprattutto dopo l’esperienza americana.

Atterrati a Ouagadougou vi dirigete come da programmi verso sud-ovest domandandovi come faccia il vostro capo ad avere contatti di business nel paese piu’ povero del mondo. Il vostro autista cerca di spiegarvi, o almeno cosi’ capite voi, che a causa delle strade dissestate il viaggio sarà lungo.

Rimanete in silenzio fissando fuori dal finestrino immagini di una suggestione unica contrastanti con la povertà dell’area.

 

“STOP!” urlate all’autista che incredibilmente capisce. Qualcosa di familiare vi colpisce. Avvicinandovi riconoscete quel soffice bianco che tanto vi aveva stregato mesi fa. Un insetto vi pizzica ma non ci fate caso.

Come senza volerlo continuate a camminare e vi addentrate nella piantagione, alla ricerca di quella tranquillità e pace avvolgente associata a quelle piante verdi dai fiori bianchi.

E invece urla di donne, viavai di persone a volte piegate per raccogliere i batuffoli a mano, ragazzi che strillano.. come cercare tranquillità in un centro commerciale di sabato pomeriggio.

Inoltre tutti questi insetti che vi girano intorno vi iniziano ad infastidire e ritornate seccati verso la macchina.“Ah l’America”….pensate nostalgici. Un cartello sgangherato recita: Organic Cotton.. mah chissà a cosa si riferisce.

A fine giornata rientrate in hotel, stanchi e un po’ delusi per il meeting del pomeriggio. Vi torna in mente quella scritta sbilenca e, curiosi, iniziate a cercare informazioni.Scoprite che il cotone, motore della rivoluzione industriale grazie ai telai, viene coltivato in molte parti del mondo, dove ad una stagione delle piogge segue un periodo caldo e secco che favorisce la maturazione della pianta.

Scoprite anche che pur occupando il 2% del terreno coltivabile del mondo necessita del 16% di pesticidi e fertilizzanti e che per lavorarlo servono ingenti quantità di acqua e prodotti chimici per sbiancarlo (“ma non era già bianco?” pensate). Al fine di aumentarne la produzione cio’ che viene ignorato è il benessere della terra da cui nasce la pianta stessa.

Il cotone Organico invece, viene prodotto senza l’ausilio di questi prodotti, nel rispetto del territorio, della salute di coloro che raccolgono ove le macchine risultano fuori portata. Nel rispetto del consumatore finale, che non avrà tessuti prodotti con agenti chimici a contatto con la pelle.

Vi chiedete come mai solo l’1% del cotone prodotto nel mondo sia organico. Forse perché in realtà non siamo a conoscenza di tutto questo. Organico è diventato un termine inflazionato, ma non chiaro.

Almeno fino a quella sera, in un hotel disperso nel mondo.

 

E prima di addormentarvi ripensate a quella pace americana… un pensiero vi attraversa la mente… gli insetti!

Ora tutto vi sembra piu’ chiaro. Quello che vi sembrava solo un fastidio altro non era che vita. E quella pace che tante volte avete ricordatoaltro non era che un silenzio..tombale.

Vi sentite traditi. La mattina ripartite con il vostro autista..vi fermate un momento al lato della strada.

E trovate la vera pace nel chiasso di quelle terre lontane.

 

 

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