La nostra generazione è nata e cresciuta nel mito del progresso, con l’obiettivo di migliorare, rendere i processi piu’ efficienti, produttivi, flessibili, redditizi.
Una ricerca continua e sempre piu’ rapida. Siamo cresciuti con il mito della crescita che, come i libri di economia insegnano, arriva attraverso un miglioramento della produttività. Da questo assioma consegue un tentativo costante finalizzato alla creazione di nuove tecnologie, di nuovi materiali, di nuovi mercati.
La crescita inevitabilmente si scontra con i vincoli imposti dal nostro pianeta. Crescere a dismisura e costantemente richiede una sempre maggior quantità di materie prime, di energia, di idee innovative.
E cosi creiamo ogni giorno gruppi di lavoro, workshop, task force , focus group. La risposta sta in una maggiore efficienza! Sentiamo ripeterci dagli addetti ai lavori.
Wow il progresso… riesce sempre a trovare nuove soluzioni, nuove strade, nuovi strumenti e soprattutto idee per aggirare qualsiasi problematica e perché no.. aumentare il nostro comfort.
Qualche lato negativo ci sarà sostengono i piu’ conservativi, ignari dei benefici costanti che ci ha regalato la crescita in questi anni.
Un giorno, quasi per caso, passeggiando per Londra sotto una fitta pioggia autunnale mi imbatto in una conferenza dal titolo: “l’acciaio verde del XXI secolo”. Fiducioso nella ricerca e nel progresso mi chiedo se abbia senso entrare.. forse piu’ per proteggermi dalla pioggia che per interesse vero entro all’interno della sala riunioni, “chissà magari ci sarà anche un coffee break” immagino.
Mi siedo ma la conferenza è già iniziata da qualche minuto. Sento parlare un architetto vietnamita che loda le doti di questo materiale…mi guardo attorno cercando di capirne il nome.. ma niente..
Racconta di come la sua resistenza sia incredibile, di come il suo prezzo di produzione sia molto basso e non necessiti di molta energia, di come l’ambiente benefici dal suo utilizzo…chissà in quale laboratorio sarà stato concepito questo nuovo prodotto rivoluzionario.. chissà quanta ricerca, quante prove, quanti test… Pendo dalle labbra dell’architetto.
“E tutto questo signori e signore” conclude in inglese “è il Bamboo”. Mi guardo in giro spaesato: “il Bamboo?”.. non puo’ essere.. forse in inglese significa qualcos’altro. “Sarà una sigla” mi convinco sorridendo alla fantasia di questi scienziati odierni… “Per un attimo ho quasi pensato che …”
E invece questo architetto asiatico si riferiva proprio al bamboo. Forte come l’acciaio, versatile quanto la plastica. Utile come materiale di costruzione, come tessuto, come carta. Polivalente. Pulito. Efficiente.
E io che confidavo nei target group.