8 marzo: la personalizzazione femminile mette al bando la banalità

Che personalizzazione dà una donna al suo agire? Più che un blog sui gadget, con questa domanda ci si possono riempire enciclopedie online con cliché e altre filosofie dell’ovvio. Di certo, la caratterizzazione femminile impone un imprescindibile dote: banalità al bando. Un gadget potrà essere il più funzionale del mondo, ma se non spicca con i suoi toni di colore o note di eccentricità, il gadget in questione resterà nella borsetta. Un esempio facile facile: nonostante l’ascesa delle dimensioni degli smartphone, solo le donne ampliano il volume dei telefonini con cover dotate di orecchie, ciuffi, ciuffetti e altri gingilli. Non è questione di bello o brutto, pratico o scomodo. Senza la personalizzazione e l’influenza femminile, vivremmo in un mondo più simile ad una sala d’attesa.

Non è dunque un caso se nel rigore da galateo, spunta in tavola una nuova personalizzazione: il porta borsa. Un gancio unito ad una piccola base, che poggiata sul bordo di un piano diventa sostegno e rialzo da terra per il posto più intimo e funzionale dell’universo femminile. Noi di gadgetpersonalizzato.it li abbiamo realizzati per l’Hotel Savoia di Bologna, come simbolo di un’attenzione costante. Altra dote tipica del genere: il take care.

Restiamo un attimo nella borsa. Nel 2014 Francesco Franzetti fotografò e mise in mostra gli scatti realizzati al contenuto delle borsette di donne tra i 22 e gli 88 anni. Un esperimento sociale? Può darsi. Uno dei comuni denominatori delle immagini era la quantità: utile e inutile, affettivo e personale, numerosi oggetti insieme in unico spazio, dove trovare un mazzo di chiavi può richiedere minuti. Lanyard diventa così uno dei gadget personalizzabili più richiesti al mondo. Nato per portare al collo un pass da tenere sempre visibile e a portata di mano, il nastro da collo dalle mille versioni è diventato portachiavi, portacellulare e trova cose nel mondo femminile che gravita all’interno ad una borsa.

Torniamo al mai banale che non si declina in appariscenza. Il colore, o la sua assenza, sono espressioni nette, “sintomi” di determinazione. Il taccuino prende quindi la forma del Notes E-Vogue. Con copertina in cuoio rigenerato, sfoggia variazioni cromatiche per potenziali pendant con rossetto e smalto. Magari il dress code del futuro lo prevederà.
Colore e tratto distintivo. E la personalizzazione si impreziosisce. Mai lasciare al caso le tonalità di auricolari e porta iPad.

Esiste un’altra dote prettamente femminile: la capacità di innamorarsi perdutamente di qualcosa fino a pochi istanti prima ritenuta lontana se non impossibile. E di trasformare questa passione in una presenza costante. Casi di signore e signorine completamente avulse dalla tecnologia, cadute in delirio per l’Activity tracker. Quello che per l’uomo è un mero strumento di calcolo di calorie e battiti cardiaci, per una donna può diventare la scintilla che accende il jogging. Magari il telecomando è ancora un taboo nel suo funzionamento, ma l’Activity tracker è diventato gadget inseparabile.

Un’azienda, ancora prima di una persona, comunica. Non è questione di averne o meno intenzione, tutto ciò che la compone comunica qualcosa. Si può scegliere di prestarci più o meno attenzione, ma un messaggio scappa sempre. E affidarlo ad una donna ha risultati diversi, e anche migliori, che in mano ad un uomo.

Tra i gadget che possono fare felice una donna, ce ne sono alcuni davvero speciali. Un set di quattro pietre piatte per massaggi è uno di questi. In astuccio di velluto, legheranno il marchio ai momenti di relax e la sorpresa è garantita.

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